Ecco come andare in pensione in anticipo senza pensieri
Molti desiderano avere il coraggio di ritirarsi dalla vita professionale in anticipo. In questo articolo illustriamo le perdite finanziarie da mettere in conto e com’è possibile colmarle al meglio.
- Nel caso di un prepensionamento, dev’essere possibile colmare eventuali lacune di reddito di notevole entità.
- Un prepensionamento non è possibile prima di aver raggiunto i 58 anni d’età.
- Calcolate in anticipo le ulteriori esigenze di risparmio.
- La rendita AVS per i coniugi ammonta al massimo a CHF 3’585 al mese.
- Il 12 % dei beneficiari di una rendita dipende dalle prestazioni complementari.
- Un prepensionamento a 63 anni d’età riduce la rendita AVS a vita del 14 % circa.
(Fonti: Pro Senectute)
Per legge il prepensionamento non è possibile prima di aver raggiunto i 58 anni d’età.
Ciò nonostante, dovreste iniziare il prima possibile a pensare agli anni successivi alla vita professionale. Esaminare il regolamento della cassa pensioni permette di capire che cosa significa “il prima possibile”.
Avete la possibilità di colmare eventuali lacune di reddito tramite una riscossione del pilastro 3a, un’assicurazione sulla vita con formazione di capitale o un prelievo anticipato della rendita AVS. L’ultima opzione richiede un’attenta riflessione. Infatti, un prelievo anticipato comporta una riduzione a vita della rendita.
L’eventualità di un prepensionamento dovrebbe essere attentamente ponderata. Andare in pensione anticipatamente con le tante libertà che ciò comporta è molto allettante, ma richiede un solido “cuscinetto finanziario”. Un esempio: chi va in pensione un anno prima dell’età ordinaria di pensionamento, deve mettere in conto approssimativamente i costi di un reddito annuo. Inoltre vanno forniti i contributi AVS per le persone senza attività lucrativa e la rendita AVS risulta più bassa a vita. Per contro, è prevista un’imposta sul reddito inferiore.
«Per via del mio pensionamento anticipato metto in conto un reddito inferiore nella vecchiaia. In cambio ottengo però molta libertà. Dopotutto, è una sorta di bilanciamento.»
Con un pensionamento parziale le persone con attività lucrativa si ritirano “delicatamente” dalla vita professionale, non terminando bruscamente il grado occupazionale, ma riducendolo in modo graduale e continuo. Nella previdenza professionale un pensionamento parziale non è possibile prima di aver raggiunto i 58 anni d’età, ma al più tardi a 70 anni. La riduzione del grado occupazionale può avvenire in più fasi, ma di solito viene richiesto almeno il 20 % per fase. Molte casse pensioni consentono di riscuotere una parte dell’avere di vecchiaia a ogni fase, come prestazione in capitale o rendita. Invece l’AVS non prevede prelievi parziali.
L’ideale sono gli averi dalle assicurazioni miste o i risparmi privati, ad esempio dal pilastro 3a. Infatti potete prelevare questi averi fino a cinque anni prima del pensionamento ordinario. Anche la rendita AVS può essere richiesta uno, due anni prima e la maggior parte delle casse pensioni consente di riscuotere le prestazioni di vecchiaia dai 58 o 60 anni d’età. Anche ulteriori versamenti nel 2° pilastro prima del pensionamento colmano eventuali lacune previdenziali. Un’ulteriore fonte di finanziamento può essere una rendita ponte che viene pagata fino all’età ordinaria di pensionamento, impedendo quindi un prelievo anticipato AVS.
In molti casi dopo il pensionamento si verifica una riduzione delle imposte, visto che le entrate percepite con la rendita dall’AVS e dalla cassa pensioni sono inferiori del reddito da attività lucrativa. In cambio, però, vengono meno deduzioni come quelle per il 3° pilastro o per le spese professionali. Una differenza si presenta per quanto riguarda la riscossione del capitale e la rendita del 2° pilastro: mentre il capitale riscosso viene tassato solo una volta e a un’aliquota ridotta separatamente dagli altri redditi, la rendita deve essere tassata ogni anno interamente come reddito.
Un prepensionamento offre tante libertà, ma è costoso e possibile solo se avete un solido “cuscinetto finanziario”. Infatti in questo caso la rendita AVS viene ridotta a vita, del 6,8 % per ogni anno di prelievo anticipato. Fino al raggiungimento dell’età ordinaria di pensionamento dovete continuare a fornire i contributi AVS/AI e prendere coscienza del fatto che il prepensionamento ha anche implicazioni per il diritto a un assegno per grandi invalidi. Infatti percependo la rendita di vecchiaia, siete soggetti alle regole della legge AVS e non più a quelle della legge AI. Le prime sono molto più restrittive.
Un pensionamento parziale può essere una buona alternativa al prepensionamento, con alcuni vantaggi: nel primo caso potete godere del capitale in più tranche in diversi anni, per cui si riduce il carico fiscale. Inoltre continuate a disporre di un reddito da attività lucrativa. In questo modo non solo potete permettervi di più, ma potete anche continuare a effettuare versamenti nel pilastro 3a e anche questo riduce le imposte. E, fino a quando continuate a lavorare, rimanete assicurati contro malattia, invalidità e infortunio presso il datore di lavoro e continuano a essere pagati anche i contributi per la cassa pensioni. Tuttavia, in tal modo aumenta sì il capitale di previdenza, ma si abbassano i contributi: con la riduzione del grado