Il lavoro a tempo parziale è rischioso per la previdenza: chi guadagna di meno, versa meno in AVS e cassa pensioni. Ecco come evitare lacune previdenziali.
«Il 39% degli Svizzeri con attività lucrativa lavora a un grado di occupazione ridotto.»
Per l’accudimento dei figli o per corsi di perfezionamento: con il 39% la Svizzera è ai primi posti in Europa per quanto riguarda il lavoro a tempo parziale. Solo i Paesi Bassi con il 51% contano ancora più lavoratori a tempo parziale. Un grado di occupazione ridotto offre molti vantaggi. Spesso però vengono dimenticati gli effetti negativi sulla previdenza: chi lavora di meno, guadagna di meno; chi guadagna di meno, versa meno in AVS e cassa pensioni. La conseguenza possono essere prestazioni ridotte in età avanzata, ma non deve essere per forza questo il risultato: scoprite i nostri consigli.
Il lavoro a tempo parziale è molto apprezzato dalle donne
Il 39% degli Svizzeri con attività lucrativa lavora a un grado di occupazione ridotto (stato al 2020). La maggior parte dei lavoratori a tempo parziale sono donne. Mentre 6 donne su 10 esercitano un’attività lucrativa a tempo parziale, solo 1,8 uomini su 10 lo fa, con tendenza in aumento. L’accudimento dei figli rimane il motivo più frequente per una riduzione del grado di occupazione. Ma anche corsi di perfezionamento, una seconda fonte di introiti a scopo di indipendenza, il desiderio di più tempo libero e gli impegni familiari sono motivi che spingono gli Svizzeri a scegliere il tempo parziale.
«Il nostro consiglio: chiedete alla vostra cassa di compensazione un estratto del vostro conto personale AVS per verificare se sono presenti lacune.»
Sebbene un grado di occupazione ridotto si rifletta positivamente sul proprio tempo libero e sulla gestione del tempo, le sue conseguenze per la previdenza per la vecchiaia sono tutt’altro che rosee. Il sistema della previdenza professionale è concepito per persone attive a tempo pieno; AVS e cassa pensioni garantiscono circa il 60% del salario. I lavoratori a tempo parziale corrono quindi il rischio di lacune considerevoli.
Effetti sul 1° pilastro
Con un impiego a tempo parziale, il reddito soggetto all’obbligo di contribuzione diminuisce. Di conseguenza, i versamenti nell’AVS risultano più bassi e questo riduce la rendita AI e AVS durante la vecchiaia. La rendita massima di 28’680 franchi (stato al 2022) all’anno implica un reddito annuo medio di circa 85’000 franchi. Tale importo tiene in considerazione accrediti per l’istruzione dei figli e l’accudimento di una persona bisognosa di cure. Molti lavoratori a tempo parziale non raggiungono però questo reddito e questo si traduce in lacune contributive. Proprio queste vanno assolutamente evitate, poiché possono portare a una riduzione della rendita.
Cosa potete fare
Versando annualmente il contributo minimo AVS di 503 franchi (stato al 2022) prevenite le lacune. Oppure colmate le lacune che si sono create: potete pagarle successivamente entro cinque anni. Il nostro consiglio: chiedete alla vostra cassa di compensazione un estratto del vostro conto personale AVS per verificare se sono presenti lacune.
Effetti sul 2° pilastro
Gli effetti del lavoro a tempo parziale sul 2° pilastro sono simili a quelli sul 1° pilastro: chi guadagna di meno versa meno nella cassa pensioni. Il risultato è che le prestazioni dalla cassa pensioni sono significativamente inferiori per i lavoratori a tempo parziale. Con un reddito annuo inferiore a 21’510 franchi (stato al 2022), vengono persino meno i contributi per la cassa pensioni, ma questo non avviene automaticamente. Alcuni datori di lavoro adeguano il piano di previdenza in modo che anche persone con un reddito inferiore da attività lucrativa siano assicurati nella cassa pensioni. A ciò si aggiunge la deduzione di coordinamento, che determina l’ammontare del salario assicurato presso la cassa pensioni. Per il 2022 la deduzione di coordinamento ammonta a 25’095 franchi e viene dedotta dal salario annuo AVS indipendentemente dal grado di occupazione. In caso di persone con attività lucrativa a tempo parziale con somme salariali basse, tale deduzione ha un impatto particolarmente significativo.
Cosa potete fare
Se state prendendo in considerazione un lavoro a tempo parziale, dovreste assolutamente verificare se le prestazioni di vecchiaia dal secondo pilastro risultano più basse di quanto previsto. A tal fine ordinate un calcolo presso la vostra cassa pensioni: in questo modo potete decidere le assicurazioni complementari necessarie in caso di una possibile incapacità di guadagno o decesso. In più, valutate gli acquisti facoltativi nella cassa pensioni per una rendita più elevata dalla cassa pensioni. Inoltre, così facendo risparmierete anche sulle imposte. Potete dedurre gli acquisti dal reddito imponibile, idealmente distribuendo gli acquisti nel corso di più anni.
«Il nostro consiglio: prendete in considerazione la previdenza privata il prima possibile e in modo regolare. Anche i piccoli importi assicurano dei vantaggi.»
Poiché le prestazioni statali dal 1° e dal 2° pilastro non sono più sufficienti per la previdenza per la vecchiaia in caso di lavoro a tempo parziale, il 3° pilastro facoltativo è ancora più importante. I lavoratori a tempo parziale ancora iscritti a una cassa pensioni possono effettuare ogni anno un versamento nel pilastro 3a per un massimo di 7'056 franchi (stato al 2024). Se non siete iscritti ad alcuna cassa pensioni, i versamenti ammontano fino al 20% del vostro reddito netto e al massimo a 35'280 franchi. Il nostro consiglio: prendete in considerazione la previdenza privata il prima possibile e in modo regolare. Anche i piccoli importi assicurano dei vantaggi.
Un’altra possibilità per coprire la vostra previdenza professionale sono gli investimenti proficui. Che si tratti di azioni o Baloise Fonds Portfolio, chi investe il suo denaro nel modo corretto può risparmiare qualcosa a lungo termine e crearsi una buona riserva per la vecchiaia. Fatevi consigliare e scoprite quale variante è la più adatta a voi.
Fonti: Centro d’informazione AVS/AI, Ufficio federale di statistica